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Abbiamo detto che alcuni oligoelementi sono essenziali per la vita e per la funzione cellulare. Segue quindi un elenco di esempi, a dimostrazione di quanto affermato.

CROMO

«Il CROMO (Cr) è un oligoelemento essenziale per il metabolismo del glucosio e svolge un ruolo fisiologico per una corretta attività insulinica …. il dosaggio di Cr nei capelli è considerato il più indicativo dello stato nutrizionale e corrisponde al pool corporeo dell’oligoelemento e all’entità dei depositi. Recentemente al Cr è stato attribuito un ruolo di protezione nei confronti delle malattie cardiovascolari. Nell’animale in carenza esse sembrano molto frequenti. Nell’uomo la somministrazione di Cr ha ottenuto miglioramento dell’assetto lipidico plasmatico (riduzione del colesterolo e delle LDL con aumento delle HDL). In due studi epidemiologici è stata riscontrata correlazione inversa tra i livelli di Cr e incidenza di malattie cardiovascolari. In uno di questi, condotto in Finlandia dove il contenuto di Cr nel suolo è basso, il Cr sembra correlato anche con la mortalità.»

RAME

«Il Rame (Cu) è uno degli oligoelementi più conosciuti la cui essenzialità per l’uomo è stata da tempo dimostrata. Il Cu è essenziale per numerose funzioni dell’organismo: crescita, ematopoiesi, pigmentazione, cheratinizzazione, mielinizzazione, riproduzione, attività del miocardio, maturazione del collagene, mantenimento della struttura del tessuto osseo, integrità vascolare. Numerosi metalloenzimi cruciali per il metabolismo cellulare contengono Cu (monoaminossidasi, citocromossidasi, tirosinasi, superossaldismutasi, …). Il quadro clinico completo della carenza di Cu nell’uomo è riscontrabile nella malattia di Menkes rara patologia ereditaria con esito infausto: anemia microcitica insensibile al trattamento marziale e spesso associata a neutropenia; perdita della pigmentazione cutanea, dermatite tipo seborroide, capelli depigmentati e ritorti, osteoporosi e fratture patologiche, ritardo mentale, atrofia del nervo ottico, emorragie cerebrali, ipotermia, ipotonia, apnea, aneurismi e tortuosità arteriose, diverticoli vescicali, enfisema polmonare, infezioni recidivanti, ritardo di crescita, ipercolesterolemia.»

MANGANESE

«Del MANGANESE (Mn) è stata dimostrata l’essenzialità per diverse specie animali. Di particolare interesse sono gli effetti della carenza indotta in gravidanza: ridotta fertilità, aborto, morte del feto; alterazioni persistenti della progenie: scarsa crescita, atassia, discondroplasia scheletrica, scoliosi, cifosi, curvatura della tibia, anomalie del cranio. Il Mn è costituente e soprattutto attivatore di numerosi enzimi, anche mitocondriali, tra cui le glicosiltransferasi necessarie per la sintesi delle glicoproteine e la superossidismutasi.»

SELENIO

«Il Selenio (Se) è sicuramente essenziale per la nutrizione dell’uomo; in precedenza era conosciuto per gli effetti tossici. Il Se è costituente di diversi enzimi tra i quali l’unico di accertata importanza per i mammiferi è la GLUTATIONE-PEROSSIDASI (G-P), enzima citosolico e mitocondriale, in cui il Se è legato alla cisteina. Il più importante ruolo biologico del Se è di protezione della cellula contro il danno ossidativi. L’enzima G-P catalizza la reazione di conversione di lipidi idroperossidati e H2O2 a idrossiacidi e acqua. È contrastata quindi la formazione di radicali liberi e la perossidazione degli acidi grassi polinsaturi, con mantenimento della integrità strutturale delle membrane cellulari. Nell’uomo varie patologie sono risultate associate a bassi livelli di Se ed in alcune è stato dimostrato il ruolo eziologico della carenza dell’oligoelemento. Tra gli effetti clinici del Se predominano quelli sulla cellula muscolare e in particolare sul miocardio (effetto di stabilizzazione delle membrane ed effetto positivo sugli ubichinoni) (vedi “Keshan Disease”). In numerose patologie sono state riscontrare evidenze di una carenza di Se senza però sicura relazione causale: neoplasie, ipertensioni, epatopatie, cirrosi alcolica, artrite, distrofia muscolare miotonica, fibrosi cistica, malassorbimento, sterilità, aterosclerosi, retinopatia diabetica, cataratta, degenerazione maculare, carie, osteopatie, morte improvvisa del lattante. Il rischio di neoplasia dei pazienti celiaci è stato attribuito ad una carenza di Se secondaria al malassorbimento.»

MOLIBDENO

«Il MOLIBDENO (Mb) è componente di enzimi (xantina-ossidasi, aldeide-ossidasi, sulfito-ossidasi) attraverso i quali influenza il metabolismo del ferro e l’attività del citocromo C. Non sono conosciuti stati di carenza sicuri dell’uomo.»

ZINCO

«Lo ZINCO (Zn) è uno degli oligoelementi più studiati e di cui si sia accertata l’esistenza di uno stato di carenza nell’uomo. È parte di metallo enzimi, 24 finora identificati nell’uomo ed oltre 200 negli animali, in cui lo Zn svolge un ruolo non solo catalitico ma anche di regolazione e strutturale. Le attività enzimatiche Zn-dipendenti sono coinvolte nei principali aspetti del metabolismo cellulare, specie nella sintesi proteica e nella replicazione e trascrizione del DNA. Lo Zn è quindi fondamentale per la crescita e il trofismo cellulare. Gli effetti di uno stato di carenza sono sistemici con principale coinvolgimento dei tessuti a più alto ritmo replicativo (es. sistema immunitario). Degli enzimi Zn-dipendenti fanno parte aldolasi, deidrogenasi, peptidasi, fosfatasi, etc… Gli elementi descritti nel quadro clinico nella carenza di Zn sono: anoressia, ritardo nell’accrescimento staturo-ponderale, ipogonadismo, dermatite, alopecia, frequenti infezioni (Candida), ritardata guarigione delle ferite, diarrea, anemia, cecità crepuscolare, irritabilità, disturbi emozionali, tremori, atassia cerebellare, letargia, epato-splenomegalia.

La carenza di Zn in gravidanza è causa di maggior rischio ostetrico e fetale ed ha un possibile ruolo teratogeno, soprattutto a carico del SNC (morte dell’embrione e del feto; morte del neonato; basso peso alla nascita; malformazione congenita; depressa sintesi del DNA; depressione immunitaria; aberrazioni cromosomiche; turbe del comportamento)».

MAGNESIO

«Il MAGNESIO (Mg) è il quarto dei cationi più diffusi all’interno dell’organismo; possiede molteplici funzioni, solo parzialmente sovrapponibili a quelle del Calcio, da cui si differenzia per la compartimentazione prevalentemente intracellulare. Partecipa alla formazione delle ossa, regola numerose attività enzimatiche inerenti al metabolismo degli acidi nucleici, grassi, proteine e soprattutto carboidrati, interviene nella regolazione della pressione osmotica e dell’equilibrio acido-base ed è essenziale per la conduzione dello stimolo nervoso e la contrattilità muscolare. Una ipomagnesiemia marcata può comportare di per se una diminuzione del potassio cellulare ed ipocalcemia, che contribuiscono notevolmente al manifestarsi dei sintomi: aumento dell’eccitabilità neuromuscolare, fino a vere e proprie convulsioni, anoressia, nausea, confusione mentale, tachicardia ed alterazioni dell’ECG.  Una cronica ipomagnesiemia può comportare anche ritardo nella crescita ed alterazioni comportamentali. L’ipermagnesiemia, piuttosto rara, comporta sintomi quali: ipotensione, sonnolenza, bradicardia, diminuzione dei riflessi osteotendinei e paralisi flaccida, coma, depressione respiratoria ed infine arresto cardiaco.»

1) G. GIBERTI et AL., Appunti di Fisiopatologia della nutrizione, 1990.

I Metalli Tossici

ALLUMINIO

Fonti di Alluminio:

Pentole di alluminio; lattine di alluminio, antiacidi (idrossido di alluminio); antitraspiranti; agenti essiccanti (per mantenere secchi il cacao, sale, lieviti per dolci); cosmetici; emulsionante nella lavorazione dei formaggi; allume di potassio per sbiancare la farina.

Effetti metabolici e sintomi:

Disturbi comportamentali; alterazione dei neurotrasmettitori; cefalea; coliche; bruciori di stomaco; avversione per la carne; tendenza a soffrire il freddo; confusione mentale; perdita della memoria; paralisi muscolare.

CADMIO

Fonti di Cadmio:

Riso e grano contaminati (fanghi di depurazione; fertilizzanti; acque di irrigazione); pesci come tonno e merluzzo; dieta ad alto contenuto di cibi raffinati; amalgama dentario (alcuni tipi di otturazioni); industrie (batterie; semiconduttori); alimenti in scatola (la saldatura delle lattine); fumo di sigaretta (1 pacchetto = tra i 2 ed i 4 mcg. di Cadmio); lubrificanti per motori; fumi di scarico; inceneritori (gomma, vernici, plastica).

Effetti metabolici e sintomi:

Inibitore della glutatione reduttasi e degli enzimi del ciclo di Krebs; antagonista dello Zinco; inibizione del rilascio di neurotrasmettitori (acetilcolina, MAO); inibizione del riassorbimento a livello sinaptico di colina, GABA, acido glutammico e catecolamine; necrosi delle cellule nervose; osteoporosi; osteomalacia; ipertensione arteriosa; arteriosclerosi; impotenza; necrosi tubulare renale, iperattività e disturbi dell’apprendimento; alopecia (perdita dei capelli); anemia; malattie cardiovascolari; fertilità.

PIOMBO

Fonti di Piombo:

Benzina contenente piombo; industrie; fumo di sigarette; lattine contenenti cibo sigillate con piombo; insetticidi; vernici; acqua potabile (tubature; saldature sulle giunzioni); trasmissione dalla madre al feto.

Effetti metabolici e sintomi:

Il piombo viene incorporato nelle ossa in sostituzione del calcio; inibizione di numerosi enzimi (ferrochelatasi, Acido d-aminolevulinico) e di tutti i metallo enzimi; alopecia; surrenalismo; arterio ed aterosclerosi; indebolimento delle funzioni cerebrali; cecità; sordità; depressione.

MERCURIO

Fonti di Mercurio:

Amalgama per otturazioni (pareri discordanti); pesci di grosse dimensioni (tonno, pesce spada, … ); acque contaminate; medicazioni e farmaci (alcuni diuretici, vaccini); intossicazione congenita (metilmercurio); industrie (peltro, fungicidi, adesivi, cere per pavimenti, ammorbidenti, candeggina).

Effetti metabolici e sintomi:

Il Mercurio inibisce l’ATPasi; parestesie; disturbi visivi ed uditivi, anoressia, atassia; malformazioni congenite; vertigini; depressione del sistema immunitario; insonnia; perdita della memoria; disfunzioni tiroidee e surrenaliche.

1. Toxic Metals in Human Health and Disease – The Eck Institute of Applied nutrition and Bioenergetics, Ltd. 1989

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