Intossicazione da amalgami e disturbi dell’umore

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Intossicazione da amalgame e disturbi dell’umore
I danni da mercurio causati dai famosi “piombini”, in un bell’articolo del dott. Acerra pubblicato su Medicina Funzionale
La seguente rassegna della letteratura medica evidenzia casi di rimozione dell’amalgama e disintossicazione che hanno portato a miglioramenti o risoluzione completa di uno spettro di disturbi dell’umore, generalmente associati a neurosi mercuriale subclinica.
Recenti studi mostrano che le otturazioni di amalgama rilasciano continuamente mercurio e che esse possono costituire una causa di intossicazioni cronica a basse dosi di mercurio; spesso questi stati rimangono non diagnosticati oppure sono associati a sintomi cimici evidenti solo dopo episodi di esposizione acuta al mercurio.
E’ importante che un terapeuta ben informato vigili adeguatamente su tale eventualità, per poter efficacemente intervenire su tutta una gamma di disturbi psichiatrici.
Da quasi due secoli, il mercurio, l’elemento chimico più tossico tra quelli non radioattivi, viene impiegato per le otturazioni dentali. Le otturazioni in amalgama, note come piombature dentali, contengono il 50% di mercurio e il dentista è tenuto per legge a trattare amalgame di scarto come rifiuti solidi pericolosi.
Il mercurio viene rilasciato dall’otturazione per vaporizzazione, per diffusione alla radice del dente e per corrosione. Dopo 10 anni, nell’otturazione di amalgama, rimane solo il 50% del mercurio iniziale, dopo 20 anni ne rimane solo il 20%. In pratica, milionesimi di grammi di mercurio lasciano ogni giorno (e ogni notte) l’otturazione nella vostra bocca, si accumulano nei tessuti e sovraccaricano gli organi proposti all’escrezione, cronicamente, senza sosta negli anni.
Nella comunità scientifica ci sono due schieramenti relativi all’amalgama. Entrambi, sia gli oppositori che i sostenitori, concordano sui seguenti punti:
1. Il mercurio è un veleno
2. Il mercurio è rilasciato dalle otturazioni dentali di amalgama
3. La quantità di mercurio rilasciato è solo molto piccola
Ora viene la controversia: la quantità di mercurio rilasciata dall’amalgama e così piccola che non può essere clinicamente significativa oppure è sufficiente in alcuni casi a produrre sintomi?
L’ assunzione che qualcosa o è significativo clinicamente per tutti o non è significativo clinicamente per nessuno non corrisponde alla realtà.
Già nel 1898 il dr. Tuthill, che segnalò 6 casi di disturbi dell’umore risolti mediante la rimozione di tutte le amalgame dentali, spiegava:
“Nonostante molte persone con queste otturazioni di mercurio sembrano non aver disturbi, altre soffrono da effetti sottili, subclinici del mercurio.
Ciò è dimostrato chiaramente dai casi guariti che vi ho mostrato qui. Fino a quando il sistema si mantiene in uno stato vigoroso molti non avvertono effetti negativi, ma altrimenti, in questo numero limitato di casi, l’effetto tossico del mercurio diventa dominante, in individui suscettibili ad esso, e sopraffà il sistema nervoso, generando in molti casi la caterva di sintomi psicologici che ho menzionato.
Sebbene il numero di casi sembra es¬sere relativamente basso, questi meritano una considerazione attenta come verrebbe data all’argomento se la neurosi mercuriale fosse più comune. Non ho dubbi da quanto ho visto che i nostri manicomi sono pieni di molti individui che hanno sviluppato il loro stato mentale a seguito di otturazioni di amalgama, che producono eccitazione o pigrizia del cervello, stati emotivi alterati e relega alla disperazione quella che avrebbe potuto essere una limpida e brillante carriera.
Per darvi un’idea panoramica dell’argomento, inizieremo con uno dei tanti casi clinici presentati nel 1982 dal dr. Huggins nella pubblicazione:
“Il mercurio: un fattore nei disturbi mentali?
Si tratta di una 17 enne che aveva abbandonato la frequenza a scuola, era diventata introversa, e aveva perso interesse per le cose e per la vita. Nessuno degli oltre 40 specialisti che aveva consultato era riuscito a migliorare la situazione o spiegarla. Il suo stato emotivo era al minimo della scala. Aveva un blocco motorio nella gestualità e nell’azione, per dirla con le parole dell’autore: “Durante il colloquio con lei e la madre, la ragazza solo occasionalmente muoveva la testa in avanti di poco, quindi la sua faccia si rilassava, ed era come se lei non esistesse”.
Indagando la storia dentale, Huggins aveva scoperto che i sintomi erano comparsi subito dopo l’inserzione di un gran numero di otturazioni dentali. Quando dopo la rimozione e disintossicazione la ragazza riprese la scuola e soprattutto si laureò, Huggins commentò: “Potrebbe essere che questo caso non è unico?”.
Inoltre: “Sono colpito dalla straordinarietà della tragedia sfiorata, dei professionisti della medicina stavano per mandare in una clinica di ricovero mentale una ragazza che non aveva avuto problemi o manifestazioni nervose nel periodo precedente all’inserimento delle amalgame dentali e che ritornò a non averne dopo la loro rimozione”.
Il monito di Huggins è dunque questo: “Poiché è comune indirizzare allo psicologo casi clinici come quello esaminato ora (con problemi multifocali senza apparente riscontro nelle analisi o diagnosi), è particolarmente importante che i professionisti di queste aree siano a conoscenza della possibilità di intossicazione da mercurio come eventuale denominatore comune di tali casi ”.
Lo stesso monito fu ribadito da Siblerud nel 1989: “Gli psicoterapeuti dovrebbero considerare la tossicità da mercurio come possibile causa nel trattamento di disturbi psicologici, da quelli più leggeri con disturbi dell’umore a casi di schizofrenia, paranoia ed altri”.
Nella sua pubblicazione, “La correlazione tra mercurio da amalgama dentale e salute mentale”, egli spiega come vapori di mercurio vengano continuamente rilasciati dalle otturazioni dentali di amalgama e come l’intossicazione da mercurio manifesti un’enormità di manifestazioni psichiche.
Il prof. Patrick Stortebecker, della Stortebecker Foundation, nel suo libro “Tossicità del mercurio da amalgama dentale, un pericolo per il cervello umano” (1985), ci dà una panoramica descrizione di questi casi:
“Il sintomo preminente di intossicazione cronica a basse dosi di vapori di mercurio è una totale mancanza di ogni iniziativa a livello mentale (cui segue una stanchezza fisica).
Mentalmente il paziente è incapace di iniziare qualsiasi tipo di nuovo evento, insieme con la sua incapacità a finire i precedenti progetti.
Inoltre c’è una ingiustificata mancanza di sicurezza in sé stessi, manifestata nel comportamento come irrazionale timidezza, oltre ad una patologica tendenza all’autodistruzione, che può portare a grave depressione. C’è una notevole perdita di memoria, specialmente a brevissimo termine.
Un altro sintomo è la psico-astenia, con una incapaci¬tà nel risolvere dubbi o incertezze o incapacità di resistere a ossessioni, idee fisse, o fobie, anche quando uno sa che sono irrazionali. Molto caratteristica è l’instabilità dell’umore, la lunaticità con collera, che può essere rivelata da improvvisi scoppi di rabbia. Ansia ingiustificata, al di fuori della realtà, come per esempio “Pavor mortis”, paura inspiegabile della morte, sono sintomi che danno una caratterizzazione unica ad alcuni casi di intossicazione cronica mercuriale”.
Il monito di Huggins, che è lo stesso di Siblerud, fu denunciato già nel 1898 dal dottor Tuthill, che descrive 6 di questi casi di disturbi dell’umore guariti dopo la rimozione di amalgama, e di nuovo a più riprese, nel corso di tutto l’ultimo secolo, da altri medici, tra cui il prof. Berglund, che scrisse il libro: “150 ANNI DI AMALGAMA DENTALE, intossicazioni da amalgama nella letteratura medica”, BioProbe Ed., 1995)
Questo stesso monito essenzialmente è il motivo centrale del mio intervento qui oggi. Tra le tante citazioni della rassegna del prof. Berglund, ricordiamo nel 1930 il dr. Masche, che descrisse l’eliminazione delle otturazioni di amalgama come un “prezioso mezzo terapeutico” ed espresse la speranza che “i medici e i dentisti acquisiscano come un bene comune il riconoscimento che gli avvelenamenti da mercurio possono essere provocati da otturazioni d’amalgama e che i medici focalizzino la loro attenzione soprattutto sulle otturazioni d’amalgama talora i pazienti si lamentino di disturbi che assomigliano ai sintomi di avvelenamento da mercurio”.
Poiché il mercurio dalle otturazioni in bocca passa direttamente nel sistema limbico del cervello attraverso i lobi olfattivi, sia gli effetti cronici durante l’esposizione, sia la rapida diminuzione di alcuni sintomi a seguito della rimozione di amalgame sono molto plausibili e giustificabili (Stortebecker 1985).
Nel 1990 alcuni scienziati canadesi inserirono otturazioni dentali di amalgama in animali di laboratorio. Che cosa stavano cercando di ottene¬re?
Inserendo otturazioni dentali nella bocca di pecore è stato possibile ve¬dere la distribuzione dei metalli nei tessuti dopo 29 giorni dall’inserzione, sia attraverso autometallografia degli isotopi marcati, sia attraverso valutazione istologica (vedere Fig. 1). Più recentemente, l’istituto della Sanità canadese ha valutato il rilascio di mercurio da amalgama e lo ha confrontato con i limiti massimi tollerabili. Risultato: un adulto sano non dovrebbe avere più di 4 otturazioni dentali di amalgama. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (1991) l’amalgama dentale è la maggiore fonte di esposizione al mercurio, e tutte le altre fonti di esposizione al mercurio, messe insieme, non superavano, in individui non esposti professionalmente, il 20% di quella da amalgama.
Dunque il rilascio di mercurio da amalgama non è insignificante! Dopo 10 anni il 50% del mercurio iniziale non è più presente nell’amalgama. L’assorbimento dei vapori di mercurio rilasciati avviene, oltre che per via ematica, direttamente attraverso il nervo olfattivo e il sistema cranio-sacrale.
I ricercatori svedesi Nylander e Eggleston, mediante studi con autopsie, hanno evidenziato che il mercurio nel cervello aumenta notevolmente nei portatori di amalgama rispetto ai non portatori, e in particolarmente aumenta proporzionatamente al numero di otturazioni dentali in amalgama.
A partire dagli inizi degli anni ‘80, la “diagnostica dell’intossicazione da amalgama” e la “terapia dell’intossicazione da amalgama” sono diventati permanenti elementi costitutivi dei seminari di perfezionamento odontoiatrico presso gli Ordini Odontoiatrici tedeschi.
In Italia, comunque il problema è rimasto sconosciuto al grande pubblico e persino ai medici generici.
La tossicità del mercurio è nota da secoli e ne parlarono scritti di Ippocrate, Plinio, Dioscoride e Galeno.
Jean Fernel, noto come il “moderno Galeno”, ha fornito nel 1557 il primo caso di avvelenamento da mercurio in lavoratori esposti:
“Si può giungere fino a veri e propri attacchi di collera. Se qualcuno semplicemente lo osserva mentre lavora il mercurio, il lavoratore ammalato può cadere in una insicurezza impotente e già un banale rimprovero può suscitare in lui uno stato di sfrenata agitazione. Menomazione della capacità all’attenzione, vuoti di memoria, una sensazione di insufficienza intellettuale con asocievolezza completano il quadro”.
Sintomi mentali dell’intossicazione da mercurio sono stati esposti dettagliatamente da Kussmaul (1861) in lavoratori dell’industria degli specchi (dove in passato si usava mercurio). Inoltre gli effetti mentali dell’intossicazione da mercurio sono stati evidenziati in lavoratori dell’industria dei termometri (Triebnig 1982), nei soffiatori di vetro (Fawer 1983) e dentisti (Foo 1993)
Tra l’altro noi sappiamo che la caratteristica sinistra del mercurio (che fu usato, si dice, per avvelenare Cesare Borgia) è che si tratta di un veleno molto lento, che le vittime si sentono solo un po’ giù di corda, che hanno sintomi che sembrano essere leggeri, facenti parte della normale condizione umana.
Nel XIX secolo i lavoratori dell’industria dei cappelli esposti professionalmente al nitrato di mercurio, divennero noti come “cappellai pazzi”, a causa di problemi emotivi che sviluppavano, con improvvisa rabbia, pigrizia, depressione, timidezza, insonnia, idee fisse, mania (Gowdy, 1978).
Mayhazati riportò la valutazione psicologica di 6.530 pazienti in Iraq ricoverati a seguito dell’esposizione ad un incidente con il mercurio. Più del 50% di essi manifestò disturbi psico¬logici: c’era depressione, mancanza di interesse, etc. (Mayhazati, 1978).
Lavoratori esposti a vapori di mercurio in un’industria dei termometri esibirono un’ampia gamma di ano¬malie psicologiche, tra cui irritabilità, cattiva concentrazione e insonnia. Quando l’esposizione veniva a cessa¬re, i loro punteggi dei test ritornava¬no alla normalità entro 20 mesi (Evans, 1975). La rabbia è un sintomo comune della tossicità da mercurio (Siblerud 1989).
Numerosissimi sono i rapporti di dentisti con manifestazioni nervose da mercurialismo. Smith descrive 3 casi di dentisti esposti nel loro studio odontoiatrico al mercurio e che avevano sviluppato sintomi di irritabilità, grande eccitabilità, paura, agitazione, melanconia, depressione, timidezza, stanchezza fisica e mentale, indecisione, disperazione. Questi sintomi scomparivano quando i loro livelli di mercurio nel corpo furono ridotti mediante terapia (Smith, 1978). Topi esposti a vapori di mercurio hanno aumentato il loro spontaneo comportamento aggressivo. Livelli di mercurio di 0.002 mg Hg/m3 di aria espirata erano sufficienti per indurre alterazioni nel comportamento.
Riportiamo il sommario di uno studio pubblicato da Siblerud nel 1998, intitolato “Valutazioni psicometriche mostrano che l’amalgama dentale in mercurio può essere un fattore nella depressione bipolare
La nostra precedente ricerca aveva confrontato individui con amalgama e individui senza e aveva dimostrato in base a valutazioni psicometriche che individui con amalgama possedevano sintomi emotivi e mentali significativamente maggiori, tra i quali rabbia improvvisa, depressione, irritabilità, ossessione! idee fisse, ansia, ostilità, psicosi, sonno disturbato, problemi a prendere decisioni, incapacità a concentrarsi, euforia ed altro.
È stato postulato che una possibile causa di questa depressione da mercurio dell’amalgama sia l’abilità del mercurio di interferire con alcuni neurotrasmettitori nel cervello, ed il mercurio è stato mostrato interferire proprio con quei neurotrasmettitori il cui malfunzionamento causa depressione bipolare (Oudar 1989, Rajanna 1985, Cooper 1983). In questo studio è stato ipotizzato che se le otturazioni dentali di amalgama venivano rimosse, la depressione diminuiva. Questo studio inoltre ha confrontato altri sintomi mentali dei pazienti con depressione bipolare, valutandoli prima e dopo la rimozione di amalgama.
Al gruppo sottoposto a rimozione di amalgama furono somministrati chelanti del mercurio o neutralizzanti della sua azione, tra cui zinco, vitamina E, aglio e glutatione perossidasi.
Il gruppo di rimozione dell’amalgama mostrò, da 6 a 8 mesi dopo la rimozione, un miglioramento statisticamente significativo in 47 delle scale di valutazione, e ciò è stato fatto rispetto ad un controllo di pazienti con copertura fittizia!placebo (una diminuzione dei sintomi del 42% rispetto ad un aumento del 7% nel gruppo di controllo). Numerosi pazienti nel gruppo dell’amalgama poté interrompere il trattamento con litio, sotto indicazione del loro psichiatra, e non ebbero problemi in seguito a ciò.
Il produttore di amalgama DENTSPLY riporta sul foglietto delle avvertenze:
“Inalazioni croniche di vapori di mercurio prolungate nel tempo possono causare mercurialismo che si manifesta con depressione o sconforto, timidezza ingiustificata, contrarietà alle critiche, irritabilità o eccitabilità, mal di testa ed in gravi casi posso¬no verificarsi allucinazioni e deterioramento mentale. Concentrazioni di 0.03 mg/m3 hanno portato a disturbi psichiatrici
DENTSPLY (produttore di amalgama): “Scheda di sicurezza dell’amalgama den-tale’~ 19 gennaio 1988
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Articolo originale:
http://www.biospazio.it/modules.php?file=article&name=News&op=modload&sid=829

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