Oligoelementi, morbo di Alzheimer e la terapia di chelazione.

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In questo lavoro si ribadisce ancora una volta il concetto di equilibrio fra gli oligoelementi e la necessità di utilizzare agenti chelanti più selettivi di quelli utilizzati tutt’oggi.

Riassunto

Negli ultimi anni, vari studi hanno fornito evidenza che gli ioni metallici sono coinvolti nella
patogenesi delle principali malattie neurologiche (Alzheimer, Parkinson).
Chelanti di ioni metallici sono stati indicati come potenziali terapie in
malattie che coinvolgono lo squilibrio dei metalli. La neurodegenerazione è un campo
ideale per l’applicazione della terapia chelante. In contrasto all’approccio di
chelazione diretta nelle intossicazioni da ioni metallici, per quanto riguarda la
neurodegenerazione l’obiettivo sembra essere una migliore e più accurata modulazione
dell’omeostasi  dei metalli volti a
ristabilire l’equilibrio ionico. Così, sono necessari chelanti leggeri in grado
di eliminare i metalli tossici, senza disturbare l’omeostasi degli ioni. Ad
oggi, diversi agenti chelanti sono stati studiati per il loro potenziale nel trattamento
della neurodegenerazione, e una serie di 8-idrossichinolina analoga ha mostrato
il maggior potenziale per il trattamento delle malattie neurodegenerative.

Di seguito il link al documento originale: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21406339

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