Pressione sanguigna e livelli di Fe, Ca, Mg, Zn, Cu, Na e K nei capelli di giovani uomini Bantu dalla Tanzania

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Uno squilibrio dei minerali nell’organismo può contribuire significativamente sullo sviluppo e sul decorso dell’ipertensione. In questo lavoro, i dati della pressione sanguigna sono stati collegati ai livelli di Fe, Ca, Mg, Zn, Cu, Na e K dei capelli. Il campione della ricerca era composto da giovani uomini (n = 91) di età compresa tra 13-21 anni, dalla città di Mafinga, Iringa District, Tanzania. I dati raccolti includevano l’età, origine tribale e dieta settimanale. Sulla base dell’indice di massa corporea, i partecipanti sono stati suddivisi in sottogruppi predefiniti. Per esaminare in che modo i minerali in questione agiscono sulla pressione arteriosa, sono state eseguite analisi di correlazione e analisi di regressione multipla ridge. Analisi dei risultati di regressione ridge per il gruppo studiato (n = 91) mostrano che i minerali analizzati sono causa di variazione della pressione sistolica nel 13% e nel 15% di variazione della pressione sanguigna diastolica. Dopo aver inserito due ulteriori variabili – età e indice di massa corporea –  in analisi di regressione, il coefficiente finale di determinazione (R2) cambia per la pressione arteriosa sistolica e rimane lo stesso per la pressione diastolica (R2 = 0,194 e R2 = 0,156, rispettivamente). L’analisi nutrizionale ha mostrato che gli studenti inclusi nello studio hanno assunto insufficienti calorie giornaliere (1,500-2,200 kcal). Il gruppo di studenti con pressione sanguigna anormale non era a conoscenza della loro stato di salute. I risultati della ricerca possono derivare da progressivi cambiamenti ambientali e malnutrizione in termini di quantità e qualità degli alimenti, che hanno avuto una incidenza sulla pressione sanguigna dei soggetti. L’analisi dei capelli utilizzata per determinare il contenuto di minerali dell’organismo può essere uno strumento ausiliario nell’individuare le connessioni tra i fattori che portano allo sviluppo di ipertensione.

Link all’articolo originale:

http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23279941

 

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